giovedì 1 maggio 2008

Una mattina

Una mattina mi son svegliato ed avevo dimenticato tutto.

Una mattina mi son svegliato e non ricordavo più che i partigiani avevano aiutato un paese a liberarsi dal fascismo.

Una mattina mi son svegliato e in tv un uomo in giacca e cravatta diceva che i partigiani finita la guerra avevano commesso delitti indicibili nei confronti di quei fascisti che cercavano di nascondersi fra la brava gente che prima avevano sottomesso.

Una mattina mi son svegliato ed avevo dimenticato che c'è differenza fra azione e reazione.

Una mattina mi son svegliato e nella passeggiata domenicale ho incrociato un adolescente con una maglietta nera con scritto "boia chi molla" e se avessi avuto coraggio lo avrei fermato chiedendogli se sapeva cosa significasse quella frase.

Una mattina mi son svegliato ed ho visto persone a Roma festeggiare con una mano tesa, forse la destra, non ricordo bene, ma tutti erano sorridenti e felici.

Quella stessa mattina ho visto un vecchietto con le lacrime agli occhi. Era un vecchietto che per cinque anni aveva vissuto alla macchia sull'appennino tosco-emiliano, nel freddo e nella calura, dormendo sotto le stelle o nella melma di un torrente. Era un vecchietto che aveva rinunciato alla famiglia per un idea di società che non c'è più.

Una mattina mi son svegliato e mi son detto che se a scuola si studia matematica è per crescere e migliorarci, ma allora a che serve studiare la storia se poi non ne facciamo tesoro per il nostro futuro?

Una mattina mi son svegliato e mi è partita una canzone...


1 commento:

Annachiara ha detto...

Sai che penso a come spiegherò tutto questo alle mie figlie. Quando i libri di storia non saranno più quelli che ho studiato io, quando nessuno avrà più memoria, quando difficile sarà mantenere viva quella poca rimasta. Ci penso e mi viene un'enorme tristezza.